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Dal Neoclassicismo al Romanticismo

  Sono raccolte in questa sala opere di soggetto storico e mitologico emblematiche del percorso stilistico di Palagi: dipinti che scandiscono e riassumono le tre lunghe fasi della sua ascendente camera fra Roma, Milano e Tonno. Pittore neoclassico per cultura e vocazione, sommo disegnatore, Palagi cresce sugli exempla della grande pittura bolognese e sui modelli universali della tradizione classica, sui quali ha modo di perfezionarsi a Roma tra il 1806 e il 1815. Momento culminante di questa stagione romana, a contatto con i capolavori dell'antichità e dei maestri del Cinquecento e del primo Seicento (Domenichino in particolare), è il ciclo di affreschi di palazzo Torlonia (1813-1815), incentrato sulle Storie di Teseo, in cui il pittore esprime al più alto grado equilibrio compositivo e rilievo plastico. Risale a questi anni l'incontro con il più giovane pittore Francesco Hayez, che sarà a Milano l'interprete principale della svolta romantica. Giunto nel capoluogo lombardo, negli anni della Restaurazione Palagi vive non senza traumi il difficile momento di trapasso dall'ideale eroico di perfezione formale di matrice classica ad una concezione di stampo romantico, ben più umana e coinvolgente, carica di contenuti patriottici. L'adesione di Palagi a questo mondo avviene però, come è stato notato, nei termini di un compromesso, che si manifesta con un aggiornamento ai temi della storia patria tratti dal medioevo o dalla storia moderna. Ciò senza mai cancellare del tutto la grande lezione del classicismo, con il suo primato del disegno sul colore. La corte di Torino, frequentata dal Palagi a partire dal 1832, nel ruolo di pittore preposto alle decorazioni delle residenze reali, rappresenta la tappa finale di una sfaccettata carriera.  

 

 



 

 

 

Le opere di questa sala

Castore e Polluce

Testa di vecchio (Canova)

Banchetto degli Dei (Bellosio)

Leonida condanna Cleombroto (Pelagio Palagi)

 

fotografie di Alberto Martini

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